Con il freddo quello vero di quando da queste parti tira la bora è arrivato ad Ancona un concertista che conoscevo solo dai social e mi ha regalato un intelligente viaggio musicale , inatteso e fuori calendario del bel programma degli Amici della Musica.
Il teatro abbastanza pieno se si considera che era pure una serata sanremese , evidentemente esistono tanti pubblici diversi e la sera al concerto ne è stata una dimostrazione.
Partendo dalle rapsodie ungheresi di Listz attraverso altre danze , quelle di Mikrokosmos di Béla Bartòk con un interessante inciso , un percorso personale ( sua la composizione nata in un periodo di vuoto da quarantena ) si snoda un pensiero che corre dalla lontana Ungheria fino a tracce di mediterraneità della sua Promenade ,un fluido pensiero nostalgico che percorre la mente in attesa della fine di un cammino.
Un programma suggestivo , si cammina sulle note del virtuosismo pianistico e ci si allontana dal quotidiano banale.
Orazio Sciortino , lo sguardo dolce mite e azzurro è un virtuoso senza enfasi , rara virtù tra i pianisti affermati.
Prima del concerto un breve colloquio che con la consueta precisione culturale il maestro Guido Barbieri ha svolto con l’artista ha aiutato noi ascoltatori ad accogliere pienamente la scelta che ha fatto del programma un evento nell’evento.
L’orecchio abituato alla musica si rilassa nelle note di Listz e si tende nella tensione di Bartòk: un secolo separa queste musiche , ormai però le sentiamo molto vicine nello scorrere del tempo.
I sette piccoli pezzi di Sciortino si snodano in mezzo, come un pensiero appena abbozzato di questo nostro tempo fermato da una strana sosta che ci ha portato in una dimensione , forse nuova o molto antica.
Questo non lo so e tutto sommato un primo ascolto non mi basta , spero di risentirli nuovamente.