il sonno della ragione

 

 

 

Un’altra vittima dell’intolleranza e dell’odio irrazionale : così è morta una giovane deputata laburista , colpita da un uomo che gridava “ Britain first” , l’altro ieri una coppia di poliziotti francesi sono caduti sotto la lama feroce di un coltello pugnalati da un uomo al grido “lo vuole Hallah”.

Due giorni prima cinquanta persone colpevoli solo di essere serenamente gay sono state massacrate al Pulse , un Club di Orlando in Florida come a seguire la terribile strage nel centro disabili a San Bernardino in California del dicembre scorso.

Non passa giorno che le pagine dei giornali non siano piene di rigurgiti di intolleranze di ogni genere da parte di persone che per sfogare i propri disagi personali si investono ruoli di vendicatori.

Mentre leggevo ho pensato , per associazione uguale e contraria ad un bellissimo racconto di Leonardo Sciascia da cui Gianni Amelio trasse un altrettanto bellissimo film dallo stesso titolo : Porte aperte in cui uno straordinario Gianmaria Volontè interpretava un vecchio magistrato pieno di dubbi.

Si trattava di giudicare un uomo , reo confesso , per un delitto passionale nella Sicilia ai tempi del fascismo.

Il titolo derivava dal fatto che durante la dittatura era più giusto nascondere i fatti di sangue che avrebbero turbato un ordine pubblico che doveva risultare sereno e tranquillo.

La stampa taceva , la magistratura si adeguava , sicuramente il racconto ( e il film ) si schieravano contro questa dittatura dell’informazione nella dittatura generale.

Oggi invece si informa tanto e forse si informa troppo : la stampa gonfia ogni evento , siamo sempre davanti ad un evento epocale , solo che l’epocalità (vera ) della migrazione di popoli poveri verso l’Europa cede il passo , per qualche giorno , davanti all’epocale prossima e non certa uscita della Gran Bretagna dall’Europa e non si era ancora finito di definire epocale la strage americana che già emerge un’altra emergenza epocale .

La stampa , libera per fortuna , sembra voler fare da amplificatore di ogni evento e sicuramente i cittadini , specie le fascie più deboli culturalmente e mentalmente più labili vivono in stati di paura perenne che poi inevitabilmente sfociano in reazioni di inaudita violenza.

Non voglio con questo auspicare una pericolosa censura sull’informazione , ma un senso della misura più consapevole tutti i media dovrebbero forse imporsela deontologicamente.

Tutti ascoltiamo le chiacchiere da bar in autobus , tutti sentiamo i discorsi della “ggente” , tutti percepiamo la tensione perenne dell’opinione pubblica , ovunque ci troviamo.

Quando uno squilibrato sparò a Togliatti si disse che Gino Bartali vincendo il Tour de France aveva salvato l’Italia dalla rivoluzione , una partita di calcio distrae più di mille discorsi ragionevoli.

Anche se comunque ne paghiamo uno scotto .Si chiamino hooligan o casseurs avremo sempre degli scalmanati pronti a spaccare teste e vetrine ma se questo è il pedaggio che dobbiamo pagare per incanalare la violenza di massa lo dobbiamo accettare come male minore.

In Italia si uccidono in media tre donne alla settimana ,anello debole della catena umana , paghiamo lo scotto di essere comunque la vittime designate della violenza di genere e anche questa sembra essere una scia di sangue che genera sangue.

Vorrei solo che la stampa tutta , in questo termine ci metto anche i media televisivi ,non urlassero ogni giorno come se anche la loro fosse una fame di orrore e recuperassero il senso del pudore nel raccontare le notizie .

Il diritto all’informazione è sacrosanto , un po’ meno il diritto di soffiare sul fuoco degli estremismi e delle paure irrazionali .

Mai come adesso il sonno della ragione rischia di generare dei mostri.

 

 

 

8 thoughts on “il sonno della ragione

  1. Dopo qualche mese su Facebook, non mi stupisce più niente. Sono inorridita da quanto vi leggo, ma tutti i giorni. L’odio sfrenato.

    • Facebook e’ un piccolo specchio del mondo . Cerchiamo di guardare la parte buona , se ci riesce

  2. Quando uno vive una lunga vita gli capitadi aver vissuto tempi anche peggiori. Quando usci’ il film “the day after” mi ricordo che vivevamo tutti nel terrore della bomba atomica e quando addirittura a S. Benedetto fu ucciso Robert Peci, fratello del brigatista, fu un tragico momento di orrore e di ripensamenti. Certo l’orrore si e’ allargato con la globalizzazione, ma non mi sento di dire che oggi e’ peggio di quando in Sud Africa c’era l’Apartheid, o in America furono barbaramente uccisi i Kennedy o l’incubo del Vietnam. La mia vita e’ stata sempre una sofferenza all’apertura del giornale o telegiornale, ma sono d’accordo che il bombardamento mediatico di oggi e’ piu’ pesante specialmente quando le orribili notizie vengono date da bellissime giovani donne ben vestite e ben pettinate: chissa’ perche’ questa cosa mi colpisce piu’ profondamente.

    • Non ho detto che oggì sia peggiore di ieri . Io dico qualcosa di diverso.
      Parlo della troppa risonanza mediatica…che funziona da miccia e serve ad alimentare l’insicurezza che puo’ provocare rigurgiti pericolosi.

  3. Sto ascoltando i sette sonetti. Britten e Michelangelo, per quei poveri ragazzi di Orlando. E tutte noi, non più giovani, abbiamo vissuto l’assassinio di Kennedy ( io stavo scrivendo la mia tesi di laurea quando la Tv ha dato la notizia ), le Brigate rosse, Moro, Peci .. Ora, altro che caduta delle ideologie, se uno parla di solidarietà viene deriso e accusato di gufismo, di conservatorismo ecc ecc. Meglio i sette sonetti. Grazie a tutte voi. Anna

    • Strano il lieve strabismo dei vostri commenti . So bene che il male c’e sempre stato . Quello che mi fa paura che ora lo strumento piû bello della democrazia , la libertà di informazione , rischi di diventare una leva per rigurgiti destrorsi.

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