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Capita di entrare in libreria per comprare dei regali di Natale e uscire con un nuovo libro in mano.
Non mi succede spesso e generalmente sono nella fascia di età in cui è più probabile che venga la voglia di rileggere piuttosto che lasciarsi sedurre dalle recensioni dei tanti, forse troppi nuovi libri che invadono le librerie proprio sotto le Feste.
Il libro di cui parlo oggi mi ha attirato e come al solito mi sono bastate poche righe di presentazione.
…un libro ritrovato, salvato dal rogo dei libri ordinato dai nazisti nel 1933.
Scritto da un insegnante di liceo e pubblicato anonimo il libro uscì nel 1928 ed è uno straordinario racconto che si svolge durante la prima guerra mondiale
Il suo protagonista, il soldato Schlump che dà il titolo al libro, è un ragazzo che si arruola volontario, giovanissimo e festoso in quella che sarà la prima grande carneficina d’Europa.
Un libro sconvolgente per la scrittura secca e tagliente, per la forte vena pacifista e per la carica di verità scomoda che lo pervade.
Il ragazzo Schlump, un soprannome un po’ volgare, attraversa gli orrori della guerra con incoscienza e gioia, testimone di orrori indicibili e al tempo stesso inconsapevole di ciò che sta vivendo.
Non è un romanzo per signorine, anzi come raccomandava una recensione dell’epoca è un libro che ogni uomo dovrebbe leggere.
Evidentemente non sono un’amante della letteratura romantica.
La lettura di questo libro mi ha tenuta inchiodata per giorni e quando sono arrivata alla postfazione ho anche capito meglio in che libro eccezionale avevo avuto la fortuna di imbattermi in libreria.
Spesso ho la brutta abitudine di leggere “prima“ la postfazione.
Questa volta sono stata fortunata e l’ho letta giustamente alla fine.
In effetti, anche se scritta anonimamente è il perfetto coronamento della preziosa lettura che la precede.
Pubblicato da Neri Pozza con una foto di copertina accattivante quanto fuorviante perché quegli eleganti giovani festosi che sembrano piuttosto uscire da un college inglese ben poco hanno a che vedere col nostro protagonista e con il duro mondo nel quale egli vive la sua grande avventura di soldato.
Non è, come potrebbe sembrare un romanzo di formazione, il classico Bildungsroman tedesco.
Schlump resta ingenuamente se stesso nell’atroce cammino di cui è testimone: il suo sguardo ferocemente realista non si riempie mai di orrore.
La sua visione resta oggettiva, mai emotivamente coinvolgente.
Ritrovato fortunosamente attraverso il saggio di uno studioso che ha pubblicato nel 2008 l’elenco dei libri finiti nei roghi nazisti Schlump fu scritto da Hans Herbert Grimm e uscì anonimo alla fine degli anni venti.
La sua pubblicazione non ebbe quel successo che il suo autore aveva sperato , la contemporanea uscita del libro pacifista per eccellenza: All’ovest niente di nuovo di Erich Maria Remarque lo relegò in una seconda fila che molto ferì l’autore il quale aveva sperato un successo ben maggiore per la sua opera.
La storia del professore di provincia che seguitò a nascondersi nella sua Turingia fino ad iscriversi al partito nazionalsocialista, la sua triste vicenda di condannato per collaborazionismo alla fine della guerra fino ad essere radiato dall’insegnamento, la sua totale sconfitta che meriterebbe un romanzo oltre il romanzo chiude la lettura di questo libro prezioso che oggi consiglio a tutti coloro che armati di quel coraggio che serve sempre quando si voglia aprire davvero gli occhi su cosa sia l’orrore della guerra, di qualsiasi guerra, è la segnalazione regalo che faccio ai miei affezionati lettori attraverso il mio piccolo blog.