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Infuriano gli eventi pre-natalizi, post-natalizi e “in-tra-fra “ Natale e Capodanno.
Nei nostri teatri l’immancabile balletto “sulle punte” con compagnie russe, tutte griffate Bolshoi e Marinsky…
Poco importa se i lustrini sono un po’ d’antan e i tutù un po’ consunti.
E giù Schiaccianoci, Laghi dei cigni e Giselle a gogo.
Poi non ci facciamo mancare i Gospel, anche se qualche volta si ha l’impressione che tutte questi Harlem group siano un po’ raccogliticci tra i nostri immigrati recenti.
Per carità, nessuna snobberia, solo che la qualità di queste offerte non è la più sublime.
Se poi attraverso la televisione andiamo a vedere i grandi eventi all’estero non è che ci sia molto da invidiare aldilà dei grandi nomi, ovviamente.
Uno strano disagio ha procurato l’apparizione di Jonas Kaufmann all’Helen Fischer show il giorno di Natale, ci sono i dischi da vendere e ce ne faremo una ragione.
http://youtu.be/oIo-Z7-RLFs
Anche alla Semperoper di Dresda il concertone aveva abbastanza l’aria aziendale, mi aspetto il Capodanno da Vienna al Konzerthaus con le colonne di tutti i colori, sempre un po’ pacchiane.
Si salva solo il grande, bellissimo concerto di Capodanno dal Musikverein: il solo, il vero concerto che abbiamo aspettato per anni anche se ora non lo vediamo più in diretta ma in differita perché la Rai ha voluto il suo evento italiano a fare concorrenza.
Io amo moltissimo il grande inimitabile concerto che ha fatto conoscere a generazioni di persone la sala dorata e infiorata dai fiori di Sanremo con tutti i giapponesi (e ora anche russi e cinesi) paganti nelle prime file, tutti rapiti dalla magia del valzer viennese.
Confessi chi non ha battuto le mani alla Radetzky March…io l’ho fatto anche con gli sportelli della macchina aperti in un bel prato innevato davanti ad una baita in montagna ed è uno dei ricordi più felici dei miei molti capodanni.
Poi sul podio si sono alternati i nomi più prestigiosi, le magiche bacchette: da Von Karajan a Bernstein, da Maazel a Mehta, cui tocca quest’anno di nuovo il grande evento.
Cambia solo, ma di poco, il programma ed è forse l’unica suspence di un avvenimento di cui sembra di sapere tutto.
Ma il grande concerto di Capodanno dal Musikverein è tutto nel suo fascino ripetitivo, io già sono in attesa col telecomando in mano.