Uno spettacolo forte , un pugno nello stomaco.
Teatro come rito sacrale celebrato in un luogo simbolico : l’agorà del Tribunale.
S’intitola Paragoghè ( Depistaggio )– una parola greca , quella che si avvicinava di più all’ambiguo significato che la parola depistaggio ha avuto nelle vicende che hanno visto lo Stato italiano coinvolto nelle guerre di Mafia che hanno insanguinato il nostro paese.
Ci sono voluti un magistrato intelligente , il presidente del Tribunale di Ancona Giovanni Spinosa , l’entusiasmo del Marche Teatro nella persona del suo direttore Velia Papa e soprattutto la grande cultura teatrale di un uomo di teatro straordinario quale è Marco Baliani per realizzare un progetto che in sé poteva essere solo una esercitazione della memoria sulle grandi stragi di Stato.
Ne è invece venuto fuori uno spettacolo epico , tragico e popolare , uno spettacolo che forse non avrebbe avuto la stessa forza emotiva se non fosse stato rappresentato in quel luogo simbolo della giustizia che è il Tribunale.
Ricavato uno spazio teatrale nella grande corte interna : una piattaforma circondata da tre lati dagli spettatori (solo trecento ) per ognuna delle tre serate si sono esibiti sulla scena diciassette giovani attori , reduci da un corso di teatro tenuto dallo stesso Baliani.
I giovani , mossi come il coro di una tragedia greca ( si vede quanto Baliani sia così intimamente formato classicamente ) hanno dato vita ad una sacra rappresentazione in cui i fatti tutti pesantemente reali , tutti tragicamente nella memoria degli spettatori si sono materializzati epicamente .
Il testo scritto da Baliani ripercorre le grandi stragi : elencarle non rende onore alla sofferta realtà che i giovani corpi , con le loro giovani voci ci hanno ricordato: da piazza Fontana a piazza della Loggia , dalla stazione di Bologna a alle stragi di Capaci e di Via D’Amelio , tutto è narrato con violenza , senza pudore e col cuore stretto si arriva alla tragica fine , più tragica perché rimanda al mistero di molte incognite , di molte condanne non ancora eseguite.
Ad un certo momento in Italia tacque l’orrore , tacquero le bombe e si affacciarono sui muri grandi cartelloni con il volto di un bambino sorridente :Forza Italia era scritto su quei manifesti.
Il groviglio di misteri in cui fortemente entrarono i Servizi deviati dello Stato sono sbattuti in faccia a noi spettatori non del tutto innocenti.
Personalmente ho molto sofferto , alla mia età si ha la memoria viva di tutti quegli eventi . Alla vicina paziente elencavo , prima che se facessero i nomi , i luoghi e le date delle vicende orribili che hanno insanguinato l’Italia.
Due ore di tensione altissima con un finale sconvolgente : dopo il groviglio dei misteri , le Parche che hanno filato , l’uomo nero che senza volto metteva le bombe, le vittime che si rialzavano dalla polvere delle macerie si è visto l’Italia , bella e bionda che correva disperatamente sventolando il tricolore .
Nella sua folle corse gridava uno ad uno i primi dieci articoli della Costituzione e ad ogni articolo lo scoppio di una bomba la faceva cadere ; lei si rialzava sempre più sudata e urlante , sempre però tenacemente forte avvolta nella bandiera riprendeva la sua indomita corsa….
e se non piangi di che pianger suoli?….
Bellissime le musiche di Mirto Baliani , i costumi di Stefania Cempini , le luci e lo spazio di Lucio Diana , la drammaturgia di Maria Maglietta.
Testo e regia di Marco Baliani . con viva soddisfazione scrivo Produzione Marche Teatro.
Le foto sono ddi Francesco Marini
Leggendo, mi viene da piangere, come quando si scopre una bellezza inaspettata. La speranza in fondo al vaso di Pandora.
Questa è esattamente quello che ho provato.