Un’ultima riflessione , nata da una serie di scambi e di informazioni , sulla scelta da alcuni ritenuta azzardata di Jonas Kaufmann nel decidere di interpretare “ beide Stimmen” Das Lied von der Erde.
Il dibattito , che si è svilupato soprattutto in Francia ( le recensioni austriache mi sono sembrate generalmente più favorevoli all’impresa) ha visto coinvolte ottime penne della critica musicale d’Oltralpe.
C’è chi ha considerato l’esperimento inutile , pur riconoscendo all’interprete la curiosità di una sfida e chi addirittura lo ha considerato persino riduttivo rispetto alle precise indicazioni dell’autore.
Il quale autore peraltro in una lettera a Bruno Walter che lo avrebbe diretto la prima volta a Monaco ( quante preziosità musicali hanno avuto il battesimo in quella splendida città!) sei mesi dopo la morte dell’autore e che quindi non ha mai sentito in vita eseguire il suo stupendo poema musicale diceva che anche due voci maschili potevano essere prese in condiderazione.
La performance in questi termini fu realizzata con il baritono Friedrich Weidelmann alla prima viennese ma Bruno Walter nelle sue memorie scrisse che se Mahler l’avesse potuto sentire si sarebbe ricreduto della sua idea sbagliata.
Ho già scritto sorridendo che nessuno dei due ( autore ed esecutore ) avrebbero mai potuto conoscere questo ragazzo, per l’appunto bavarese ,che sarebbe nato tanto tempo dopo.
Kaufmann non è nuovo a pensieri particolari , lui che ha affrontato con enorme successo i Wesendonck Lieder scritti dichiaratamente “ per voce femminile”.
Nel terzo Lied In Treibhaus c’è un verso chiave : “Ein Geshicke teilen wir , ob unstahlt von Licht und Glanze , unser Heimat ist nicht hier! “ noi condividiamo un destino , sebbene luce e splendote ci circondino , la nostra patria non è qui!
. Spiega Kaufmann se il parallelo si può fare è con Wagner stesso in esilio in Svizzera perchè anche per lui quella non era la sua Heimat. , da qui la sua scelta di cantarli pur essendo un tenore e mi pare che gli sia andata decisamente bene.
Torniamo al Der Lied von der Erde . Qualcuno pensa davvero che l’intero ciclo non sia un unicum biografico mahleriano?
Mahler dialoga con se stesso , parla attaverso le stupende eleganti immagini che sono cinesi solo nella forma , nella sostanza la sua musica è un lento allontanarsi dal mondo .
I sette “ewig” che ci lasciano con la sensazione del vuoto di un’anima stanca sono un’addio alla vita talmente chiaro che sembra impossibile ci possa essere qualcuno che non abbia capito la forte componente biografica del messaggio.
Jonas lo ha capito e con umiltà, senza cercare effetti di cambio registro , che peraltro avrebbe potuto fare , ci ha dato una lettura piana ,direi in sottrazione ,dell’intero ciclo.
Rispetto al suo precedente e notissimo inserto sotto la direzione di Abbado a Berlino , anche nella parte tenorile è stato più semplice , più colloquiale.
Non so se è successo anche a Vienna , ma quell’uccellino che risponde “Ja” a Parigi ha fatto sorridere di più, il suo “Dunkel ist Leben , ist der Tod” scandito diversamente ogni volta come un precipitare meno definitivo , più fluido.
I tre amici che parlano nell’elegante padiglione sono più eterei , niente a che vedere con Ping Pung Pang …e il ponte argenteo si staglia magicamente sul paesaggio lunare .
E poi il dialogo con se stesso scorre , si abbassa , suggerisce ma non imita una voce non sua .
E’ sempre lo stesso io che parla , freudianamete , con la propria anima stanca.
Per questo ho parlato di una lettura eccezionale , aldilà dei preziosismi vocali . Alla lunga fila di successi e di merito ottenuti penso che questa interpretazione difficile e insieme scoperta sia una delle perle da non sottovalutare di un cantante che ha anche il dono , pare eccezionale per un tenore , quello di essere straordinariamente intelligente.
Ancora grazie, è proprio questo che avevo capito. “Non imita una voce non sua”. Prima del fatto, avevo molti dubbi, ma ormai sono convinta. (Quelle belle penne francesi – le ho lette tutte anch’io, l’intero dibattito ! ) Certo, siamo di fronte ad una formidabile intelligenza, abbinata a una totale maestria tecnica.
Era solo per puntualizzare…….
Esattamente ‘
bellissima la tua riflessione, sono molto emozionata, grazie cara Adriana ♥
Ero molto emozionata anch’io , davvero
Non so cosa dirti di piú.Ero affascinata col l’articolo precedente della tua erudizione.
So che Kaufmann ha un’Intelligenza privilegiata,ma tu sei allo stesso livello,l’unica differenza,la voce!!!
Grazie amica mia lontana , sono contenta che tu abbia sentito …almeno i Wiener ….
Venerdi 24,ho ascoltato der Wiener Philarmoniker diretta di J.Nott.Una perfezione,che bellezza.
Programma.
Bethoven Coroliano overture.
Strauss, Morte e transfigurazione.
Brahms, Symphony num.1