Non vorrei mai parlare di politica , il mio blog era nato per parlare di musica nel segno di un grande tenore ma il tempo corre , i viaggi sempre più rari e costosi mi legano al vissuto più ravvicinato e quella che vorrei raccontare oggi è una piccola storia emblematica di quello che fu ( o meglio non fu ) stare a sinistra nel nostro bel paese.
Anni lontani , in un circolo di quartiere , ma era la vecchia sezione riciclata del maggior partito di sinistra, un giorno arrivò uno strano ragazzo, studente universitario un po’ confuso politicamente e il vecchio “ compagno “ che lo accolse capì che per rispondere alle domande del giovane che voleva impegnarsi e fare qualcosa non aveva gli strumenti e le risposte necessarie .
Il vecchio compagno che mi voleva bene e credeva che io fossi più adatta a dare sostegno al ragazzo mi chiese aiuto , io volentieri accettai di parlare con il giovane tutto black nell’abbigliamento e con tante belle idee in testa.
Con la stessa bella idea in testa di “aprire ai non iscritti” , leggo oggi sulla stampa quotidiana il solito ritornello rilanciato come se fosse una magica formula nuova .
A suo tempo parlai a lungo e inutilmente col giovane volentieroso che però scomparve presto dall’orizzonte politico al quale si era avvicinato perché forse aveva capito che la politica era una cosa complicata e difficile.
Aprire ai non iscritti è una formula vuota se non si ritorna ad affrontare il perimetro di idee , quelle sì davvero politiche, nel quale aggregare le persone.
Il problema non è solo italiano , mi guardo in giro e vedo nel nostro mondo occidentale tanta confusione : le vuote parole che segnano il perimetro delle idee dovrebbero essere recuperate per definire l’impegno e perché non si traducesse soltanto in consenso elettorale.
Mai come adesso l’oscillazione del consenso è stata così accentuata , l’altalena sulla quale salgono alternativamente le varie sigle politiche dimostrano quanto sarebbe necessario fermarsi e pensare dove si vuole stare .
Non ci vorrebbe tanto ; per fare un esempio banale : chi si definisce a-politico e/o a-partitico è già inconsciamente un elettore di destra.