Fioriscono molte Violette fuori stagione in questo settembre .
A Parigi all’Opera Garnier , a Palermo e pure nella piccola striminzita pseudo stagione di Ancona al Teatro delle Muse ritorna la sfortunata protagonista della fortunatissima opera verdiana.
Questa volta non sarò a teatro , proseguo la mia lenta ripresa e allora non mi resta che ripensare le molte , moltissime volte che ho avuto il piacere e la fortuna di ascoltare le immortali note verdiane.
Comincio da quella che fu per me una fortuna sfacciata perché io la Traviata l’avevo sentita a Firenze addirittura dalla Divina Maria in persona .
Poi ne sono venute tante altre : ne ricordo una splendida della Devia diretta da un Mariotti giovane, giovane e poi Kaiwabanska, Georgiu ( senza l’Alfredo che che dal Metropolitan spiccò il volo ) e tante altre volte , anche una volta che nella messinscena idiota la povera Violetta se ne moriva in poltrona mentre la neve di Parigi le cadeva addosso.
Posso vantarmi da avere anche visto una Marguerite Gautier , uno dei suoi nomi d’arte, interpretata da Edvige Feuliiére , classicissima con pamela di paglia nel secondo atto della Dame aux Camelias, in trasferta della Comedie Française a Firenze.
Tanto la conosco quella Violetta da averle dedicato anche un mio piccolo racconto , forse la cosa più “letteraria “ che ho scritto perché la storia di quella Marie Plessis, poi più elegantemente Du Plessis , ovvero Marguerite , ovvero Violetta Valery , veramente sepolta nel cimitero di Montparnasse , sulla cui tomba ancora qualche romantico parta dei fiori , è una di quelle storie eterne d’amore e di morte che hanno fatto piangere generazioni e generazioni di donne ormai da quasi due secoli.
Storia di donne , storia della cattiveria degli uomini e della stupidità dei medesimi.
Anche se la so praticamente a memoria , anche se il preludio del terzo atto mi fa venire ogni volta un nodo alla gola , è soprattutto nella sublime ribellione : gran Dio morir si giovane” che mi sento ogni volta sopraffare ed è la voce sublime della Callas che mi ritorna inesorabilmente nelle orecchie.