Ci sono degli eventi di cui ricordi esattamente dove eri e cosa facevi in quel momento : la sera del 9 ottobre 1963 ero a cena in una vecchia trattoria che non c’è più , avevamo finito di cenare e stavamo guardando la televisione in alto sul trespolo , come era uso in quegli anni lontani .La famiglia riunita , ero in attesa del mio terzo figlio che sarebbe nato nella primavera successiva.
Quella notizia assurda , ancora non erano chiari i motivi della sciagura . si diceva che fosse scoppiata la diga del Vaiont sopra Longarone , con un brivido pensammo subito a quella strada di Alemagna che percorrevamo per andare a sciare .
Il Piave di lato e le tante curve che adesso non ci sono più, era la strada della gioia , la strada della vacanza.
Quando negli anni immediatamente successivi ci passavo vedevo quel deserto assurdo , post-atomico con qua e là una scala nel nulla , una rotaia svettante del cielo e lassù in alto l’immagine fissa della diga intatta.
Mi ci sono voluti anni per avere il coraggio di fermarmi a Fortogna dove c’è il cimitero delle vittime : file e file di cognomi uguali e tante tombe vuote , ancora oggi quella ricorrenza la sento molto mia , stasera alle dieci e quaranta mi fermerò in comunione con tutti coloro che in qualche modo lo ricorderanno con me.
So che anche nella chiesa devo vado abitualmente proietteranno il film che non riesco a vedere perché mi fa male anche solo il ricordo di quella sciagura che in qualche modo ha anticipato tante altre vergogne che hanno attraversato la vita del nostro paese.
In questo periodo fa molto caldo , un piacevole tempo anomalo che comunque ci sta raccontando la malattia del nostro pianeta surriscaldato .
Venti di guerra , viviamo una ulteriore malattia , ma stasera mi fermerò nel ricordo . La diga grigia e incombete resiste , mi sembra un Moloch minaccioso.