Venti di guerra

La geografia l’ho imparata viaggiando . A scuola non mi piaceva e forse a ripensarci ai miei tempi non era insegnata bene .

Di tutti i paesi che ho visitato quello che mi colpì più di tutti e del quale poi studiai la storia fu l’Unione sovietica .

Dico così perché fu un viaggio bellissimo e molto lungo nel quale scoprii i cieli immensi e gli orizzonti infiniti.

I cieli così grandi dopo li ritrovai in altri paesi , dall’America alla  Nuova Zelanda , ma quello fu il primo nel quale alzai gli occhi in un modo diverso e scoprii come potevano correre veloci le nuvole.

Il mio viaggio era cominciato nella città santa di Kiev e non percepii il Dnieper come un fiume di divisione , mi sembrava che parlassero tutti la stessa lingua , ovviamente non capivo una parole di russo.

Mi comprai tanti libri al ritorno , non mi bastavano più i classici ottocenteschi che avevo tanto amato , volevo andare più a fondo nella storia di quei paesi che attraversai addirittura con doppie guide a controllarci.

Base di studio furono i due tomi del Gitermann ai quali sono ritornata in questi giorni , un ripasso molto utile che spiega tante cose anche se non ne giustifica nessuna.

Ma la storia si ripete inesorabilmente e i nazionalismi e i sovranismi restano incollati artificialmente finchè i regimi sono autocratici e inevitabilmente riaffiorano attraverso la difficile prova della democrazia.

La folle prova di forza dello “zar Putin” si è verificata proprio quando un  paese importante e cuscinetto tra la grande Russia e l’Europa unita ha cominciato a tentare un avvicinamento considerato pericoloso verso la Nato e tutto quello che rappresenta in termini di alleanze.

Anche se temuta da molti una così violenta invasione in uno stato sovrano non se l’aspettava nessuno , sapevamo che c’era un pericolo a Est nelle autoproclamate repubbliche rossofone  ,ma l’attacco a Kiev ha veramente  sconvolto tutta l’opinione pubblica mondiale e ha( quest ‘effetto Putin non l’aveva messo in conto ) provocato il risultato di riunire la Comunità europea in un unico atteggiamento di condanna .

Non basterà certamente mettere il logo della pace sui profili Fb, tingere di giallo e blu i nostri monumenti , ma se insieme i paesi europei riusciranno a varare sanzioni concrete e non solo di facciata forse al tavolo della trattativa che inevitabilmente ci sarà l’Ucraina non ci andrà da sconfitta e perdente.

Per quanto riguarda la battaglia vera , quella con il sangue e la polvere gli eroici ucraini purtroppo se la dovranno combattere da soli.

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